Titolo: Deadwood
Autore: Christina Zaers
Genere: Thriller
Casa Editrice: Nua Edizioni
Prezzo: 4,99€
Link all’acquisto: Deadwood
SINOSSI
Il newyorkese Rory Mitchell arriva a Deadwood per seppellire il padre che conosceva a malapena. I suoi piani sono quelli di ripartire il prima possibile, ma una serie di delitti inquietanti per mano di un assassino che la stampa battezza “Il Giudice” lo spinge a iniziare a investigare assieme allo sceriffo Paul Marciani.
Man mano che i due uomini indagano e i morti aumentano, si rafforza sempre più l’ipotesi di un serial killer votato allo gnosticismo che si è eretto a giudice e boia. Il Giudice uccide le sue vittime solo al passaggio di grandi comete, evento che aveva ispirato un suicidio di massa diciassette anni prima in California.
Con questo thriller avviamo la collaborazione con una casa editrice giovane, la Nua, che è nata da una costola della già famosa Triskell Edizioni, fortemente voluta dalla sua fondatrice Barbara Cinelli. Una CE che avrà pubblicazioni principalmente nordamericane e nordeuropee di narrativa e non-fiction.
Conosciamo meglio i protagonisti di questa storia scritta con maestria da Christina Zaers che altri non è se non Cristina Bruni, una vecchia conoscenza nel mondo lgbt per le sue tante storie sport romance mm.
Rory è un ragazzo che torna a Deadwood per seppellire il padre, un uomo che per lui è poco più di un nome sulla carta visto che ha scelto di abbandonarlo insieme alla madre quando era piccolissimo. L’arrivo nella cittadina prevede una toccata e fuga, giusto qualche giorno o poco più per espletare le funzioni di rito e poi tornare alla sua New York dove ha una piccola società di informatica insieme ad un amico.
L’arrivo non è dei migliori, il viaggio è stato lungo e stancante, all’aeroporto non trova il suo passaggio, scopre che una abbondante nevicata ha rallentato lo sceriffo del paese per venirlo a prendere. C’è una sorta di astio nei confronti di Paul, di poco più grande di lui, agli occhi di Rory è colui che ha preso il suo posto nell’affetto del padre, l’ex sceriffo del paese.
Poco dopo il funerale, in città avviene un omicidio al quale Rory inizia ad indagare proprio con Paul e questo determina la scelta del giovane di ritardare la partenza. Mentre i morti aumentano diventa chiaro che si tratta di un serial killer, Rory affronta anche un viaggio alla scoperta di se stesso che lo porterà a mettere in dubbio ogni sua certezza oltre a finire nelle mire di qualcuno che cerca di fargli terra bruciata intorno.
Poi si voltò e gli rivolse uno sguardo carico di ferocia. Non c’era più motivo di trattenersi, visto che erano andati sull’argomento. «Mi parlava così tanto di te che ho sempre pensato fossi tu il figlio che avrebbe voluto avere. Non è forse così? Che preferiva te?»
Marciani fece un passo avanti. «Tuo padre ti voleva bene. Forse non è mai riuscito a dimostrartelo come si deve, ma…»
La Zaers ci racconta una storia con due protagonisti principali che si dividono lo spazio con un terzo elemento: un’ambientazione suggestiva, quei luoghi un po’ mistici che sono le terre famose dove è ambientato Balla con i lupi, terre lontane dove la popolazione nativa indiana cerca di integrarsi almeno in parte con i cittadini e dove i trovano ancora i vecchi indiani che vivono ai margini della città, un luogo mistico e per certi versi magico. Un luogo con una mentalità ristretta che almeno agli inizi non riserva un caloroso benvenuto a Rory, la sua nota condizione di omosessuale lo condanna almeno agli occhi dei più conservatori e ignoranti tra cui lo stesso sindaco.
Rory mi è piaciuto molto, ha sentito molto la mancanza di una figura paterna stabile, la madre non ha certo aiutato frequentando solo uomini sempre più ricchi per compensare mancanze affettive senza preoccuparsi della felicità del figlio. Un giovane che ha bisogno di ritrovare se stesso e che cerca di trovare un posto a cui appartenere. Rory ha lasciato a New York anche un ex ragazzo piuttosto insistente che non capisce la parola fine e forse la tranquillità di quel paesino potrebbe aiutarlo a ritrovare una tranquillità che non sapeva neanche di volere. Ho empatizzato molto con lui, ho compreso anche il fastidio iniziale che ha per Paul, lo ritiene colui che ha preso il suo posto nel cuore del padre e non vuole ammettere a se stesso che la compagnia di Paul inizia ad essere importante anche per lui. Ho apprezzato il percorso che l’autrice fa fare a Rory per fargli compiere determinate scelte, sempre senza perdere di vista l’elemento narrativo che in questo caso è un thriller ben congegnato.
Paul è un personaggio amabile, sin da subito risulta uomo buono e leale, molto affezionato alla figura del padre di Rory, lo sceriffo del paese sarà anche stato un padre assente ma nella cittadina, nei suoi sottoposti e negli stessi abitanti ha lasciato un vuoto enorme e un bel ricordo. Conoscendolo meglio si capiscono tante cose, ci sono indizi messi un po’ sparsi per la trama che fanno capire meglio il suo personaggio, ma non voglio anticipare nulla, dovete leggere questa storia e amarlo come l’ho amato io.
Gli sembrò di galleggiare.
Tutto attorno a lui era confuso. Ciononostante, si respirava un’aria di serenità. Paul non capiva dove stesse andando, né da dove era partito, ma si sentiva in pace con se stesso. Non aveva paura, non aveva timori.
Poi i contorni iniziarono pian piano a farsi più nitidi e definiti, fin quando, da quel bianco nulla, apparve Chris Mitchell.
Il suo mentore gli sorrise. «Hai fatto un buon lavoro, ragazzo. Grazie,» disse.
Poi, com’era arrivato, l’uomo scomparve di nuovo.
In conclusione la storia è molto ben congegnata, i personaggi sono davvero ben sviluppati, l’ambientazione è davvero curata a traspare tutto l’amore dell’autrice per quei luoghi visitati nella sua infanzia. Uno scenario ricco, suggestivo e con quel pizzico di misticismo dovuto vista l’ambientazione. Un bel numero di personaggi secondari ben inseriti, dalla dolce Joanne, il vice sceriffo Mike, un nativo Lakota ben integrato nella città, il nonno Vincent, anziano saggio e Begay vecchio amico del padre di Rory e anche lui abitante del villaggio di Pine Ridge, dove abitano gli irriducibili indiani legati alle tradizioni. Ho amato ogni riga di questa storia, rapita dalla bravura della Zaers in un perfetto equilibrio tra azione e suspence, accettazione, perdita e rinascita, meraviglioso. Anzi a questo proposito, se ne scrivesse un altro sarei davvero felice, se leggerete la storia sarete d’accordo con me, c’è ancora tanto potenziale.
La copia ARC è stata fornita dalla Casa Editrice