Pubblicato in: recensioni, recensioni in anteprima, triskell edizioni

Recensione in anteprima “Un uomo buono e corrotto” – Cristina Bruni

Titolo: Un uomo buono e corrotto
Autore: Cristina Bruni
Serie: Cripple Valley #2
Genere: Contemporaneo, Poliziesco, Suspense
Casa Editrice: Triskell Edizioni
Prezzo: 3,99€
Link all’acquisto: Un uomo buono e corrotto

SINOSSI

È un ex colonnello. Un killer su commissione. L’amante di un boss malavitoso. E anche un gigolò.
Sebastian DeMar è tutte queste cose. Ha imparato a convivere con i suoi peccati e pensa che la sua anima è ormai corrotta, che non può più redimersi.
Fino a quando non incontra Jean “John” Fontenot, che riesce a intravedere ciò che di buono è rimasto in lui. L’amore sembra quindi la risposta.
C’è solo un piccolo problema: John è un detective della polizia di New Orleans, e a Sebastian è stato dato l’incarico di ucciderlo.

Se volete gustarvi questo libro, vi consiglio di leggere anzitutto il primo volume della serie (che ha protagonisti diversi, ma è intrecciato a questo) in cui abbiamo avuto modo di conoscere già Sebastian DeMar in una veste particolare, che aveva solleticato la mia curiosità.
Qui, la trama inizia cronologicamente un passo indietro rispetto a “La strada per Cripple Valley” e Sebastian, dopo una vita in zone di guerra e un amore malato con un uomo senza scrupoli, è ora un gigolò e killer su commissione per il suo ex, il cattivone di turno. Cattivone che il detective John Fontenot vuole catturare assieme al suo partner di lavoro e migliore amico, Wes Sheridan, che si infiltra nell’organizzazione malavitosa con una missione sotto copertura presso un celebre club per soli adulti.
Una grossa svolta imprevista sconvolge la vita di John, che per la prima volta rimette in discussione tutto: i suoi sentimenti fraterni per Wes, la loro amicizia e la propria eterosessualità.
È soprattutto l’ultimo aspetto che necessita una messa a punto e John non trova altro rimedio che tornare proprio nel bordello dei suoi guai per chiarirsi le idee e provare direttamente che no, non è gay.
Peccato che Sebastian DeMar, sensuale e schietto, lo trascini verso lidi intriganti che lui non credeva lo riguardassero e, incontro dopo incontro, germoglia qualcosa di importante. Ma né l’uno né l’altro è completamente sincero su ciò che è e sul lavoro che fa. La loro storia non è semplice, poiché John sente tutto il peso del suo vivere a metà: tradire il cuore o tradire un lavoro che ama, che è tutta la sua vita?
Ci sono decisioni dolorose da prendere, conseguenze da affrontare, colpi di scena da scoprire.
C’è il giusto mix di sofferenza, dolore e amore, bugie e fraintendimenti.
I protagonisti sono sfaccettati e ben caratterizzati, onorevoli a modo loro, ma anche molto ‘umani’ nelle scelte sbagliate e nei tormenti del cuore. A volte, non c’è solo giusto o sbagliato, buono o cattivo. A volte, la vita sta nel mezzo.
Man mano che la trama scorre, si intreccia col primo volume ed è stato bello rileggere alcuni pezzi dal punto di vista di Seb. Ritroviamo quindi i precedenti protagonisti, cosa che ho amato molto, essendomi affezionata a Jamie e Jon. Anche il resto dei secondari ha il suo perché.
Ho letto questo libro con vero piacere. È un inno all’amore vero che persevera e crede, che vuole ricominciare e rinascere nonostante tutto… perché tutti meritiamo una seconda possibilità e la felicità.

4.5

La copia ARC è stata fornita dalla Casa Editrice

Pubblicato in: recensioni, self publishing

Recensione “Uno studio in Q.I.” – Cristina Bruni

Titolo: Uno studio in Q.I.
Autore: Cristina Bruni
Genere: Steampunk, Fantascienza, Retelling
Casa Editrice: Self Publishing
Prezzo: 2,65€
Link all’acquisto: Uno studio in Q.I.

SINOSSI

Era la primavera dell’anno 1889 del Nuovo Calendario Astronomico e Nuova Albione stava morendo. Soltanto poche coppie meritevoli con un Quoziente Intellettivo superiore alla media si sarebbero aggiudicate il diritto di salvezza e un passaggio verso la Nuova Terra.
Per Watson-John, ex medico militare con una passione segreta per l’oppio e gli uomini, tutto sembra perduto.
Fino a quando il detective Holmes-Sherlock non bussa alla sua porta.

Evelyne2

Uno studio in Q.I.” è una piccola novella che ci racconta l’incontro tra Holmes-Sherlock e Watson-John. Tutti voi conoscerete questi due personaggi singolari e le loro avventure ai limiti della fantascienza. In questo caso, però, l’autrice ce li presenta in un mondo con sfumature steampunk, caratteristica che ho adorato, perché è un genere che raramente viene raccontato.
Mi aspettavo di trovare anche qualche caso studiato da entrambi, o delle scene che mostrassero l’unione dei due, poiché viene considerando a tratti un mm. Invece non ho trovato nessuno dei due, ma qualcosa che non mi sarei certo immaginata.
L’autrice ci presenta un mondo sull’orlo della rovina. Meteoriti che distruggono tutto ciò che incontrano, uomini che farebbero qualsiasi cosa per salire sulle navicelle e attendere la fine per poter ricominciare a vivere in sicurezza. Una situazione surreale, che ci mostra la differenza tra i due protagonisti e come affrontano la fine del mondo.
Basandosi su ciò che conosciamo dei due detective, Cristina Bruni ricrea il loro incontro e lo incastra alla perfezione in una giornata di fine Ottocento in Nuova Albione.
L’unica possibilità di salvarsi è scegliere un compagno e formare una coppia con un alto QI, per poter essere scelti tra i fortunati che sopravvivranno. Uno stratagemma originale e simpatico, che rende la situazione ancora più incredibile.
Anche se in poche pagine, l’autrice ci presenta entrambi con una dovizia di particolari che mai mi sarei aspettata. Sicuramente la sua stesura ha richiesto del tempo, ma credo sia riuscita a mostrare la sua storia senza dover avere ripensamenti. Potrebbe esserci un seguito, oppure no, ma Holmes e Watson hanno avuto il loro inizio/finale utopico.
Un racconto dispotico niente male. Spero di vedere ancora in futuro un’ambientazione di questo tipo, perché mi ha catturata con molta facilità.

4
Pubblicato in: recensioni, triskell edizioni

Recensione “La strada per Cripple Valley” – Cristina Bruni

Titolo: La strada per Cripple Valley
Autore: Cristina Bruni
Serie: Cripple Valley #1
Genere: Contemporaneo
Casa Editrice: Triskell Edizioni
Prezzo: 4,49€
Link all’acquisto: La strada per Cripple Valley

SINOSSI

Jamie Wheetney è cresciuto sentendosi dare dello “strambo” e del “difettato”, con un patrigno che sfogava su di lui tutte le sue frustrazioni. All’età di undici anni incontra Jonathan Meechum, che lo salva dai bulli della scuola. Jonathan diventa ben presto il suo unico amico, il fratello che avrebbe sempre voluto. Il suo tutto. Fino a quando se ne innamora.
Ma quando una notte nei pressi del fiume Mississippi Jamie dichiara il suo amore, Jonathan gli volta le spalle, abbandonandolo su una strada. I due si ritroveranno tre anni dopo in Colorado, nella cittadina universitaria di Cripple Valley, e dovranno imparare a ricucire il loro rapporto tra menzogne, rabbia trattenuta e sentimenti mai rivelati.

Evelyne2

Ho letto per la prima volta questo libro molto tempo fa, ma ho voluto tornare insieme a Jam e Jon per potervene parlare. Tutti i libri di Cristina Bruni hanno una caratteristica in comune: la dolcezza. In questo caso, si tratta di una storia dolce, romantica, ma anche nostalgica e sofferta.
La strada per Cripple Valley” ha una struttura composta da vari flashback e scene riguardanti il presente che si alternano, rendendo dinamica la lettura e l’inserimento dei personaggi, che non appare scontato.
È il punto di vista di Jam a presentarci le vicende, anche se Jon non passa inosservato, avendo comunque un ruolo importante e una presenza forte.
La caratterizzazione è buona, come d’altronde accade sempre nei libri di questa autrice. Ogni piccola parte importante, dai flashback ai dialoghi.
Forse un po’ troppa attenzione ai dettagli, specialmente in alcune scene.
Un tratto che apprezzo sempre nelle storie di questo tipo è il lasciare al lettore il tempo per metabolizzare e immaginare come possa andare. L’autrice ci lascia con il fiato sospeso, ci fa pensare alle diverse motivazioni di Jon, non ci spinge né influisce. Quando scopriamo ciò che è accaduto, ci siamo già immedesimato in Jam, ma soprattutto in Jon. L’abbiamo apprezzato e conosciuto, senza avere subito le risposte che avrebbero potuto facilitare il tutto e togliere anche la bellezza di scoprire da noi il finale. Ogni cosa a suo tempo.
È una lettura scorrevole, ben scritta e leggera, anche se gli argomenti trattati sono delicati e per nulla scontati.

4
Pubblicato in: recensioni, triskell edizioni

Recensione “18 fiori d’arancio” – Cristina Bruni

Titolo: 18 fiori d’arancio
Autore: Cristina Bruni
Serie: 18 buche #4
Genere: Contemporaneo, Sportivo, Gap Generazionale
Casa Editrice: Triskell Edizioni
Prezzo: 3,99€
Link all’acquisto: 18 fiori d’arancio

SINOSSI

Mancano pochi mesi al matrimonio tra Reggie e Russell. Le cose tra loro sembrano volgere al meglio, quando una notizia sconvolge le loro vite.
Danielle, la donna con cui Russell ha vissuto per anni, è incinta, e il figlio che aspetta potrebbe essere suo. Se da una parte Russell vuole prendersi serenamente le proprie responsabilità, dall’altra Reggie precipita nello sconforto al punto di arrivare a fare qualcosa di avventato.
Intanto, Moses e Jordan stanno muovendo i primi passi come coppia, imparando a convivere con il passato e i problemi del giovane caddie.

Evelyne2

Quarto e ultimo volume della serie, “18 fiori d’arancio” è l’insieme tra le due storie d’amore che ci hanno coinvolto finora: Russ e Reggie, Mose e Jordan.
Mentre Russel e Reginald devono fare i conti con gli avvenimenti che li hanno sconvolti in “Whispering Cliffs: 18 buche sino all’amore”, Mose e Jordan raggiungono un nuovo step nella loro relazione.
Jordan conosce la famiglia di Mose e la sua situazione fisica e mentale viene messa alla prova, tanto da far incrinare il loro rapporto. Affrontare difficoltà così gravose nei primi mesi di una relazione non sarebbe facile per nessuno, ancor di più per Jordan e la sua insicurezza.
Con entrambe le coppie ho avuto degli alti e bassi. Ho apprezzato lo sviluppo delle loro relazioni, i cambiamenti e gli ostacoli da superare, ma ho visto di nuovo quell’aspetto di Reginald che non avevo apprezzato. Se da un lato lui non riesce ad accettare la situazione e la rifiuta quasi automaticamente, dall’altra stavolta anche Russ pecca di attenzione verso il suo futuro marito e, malgrado Reg ne richieda non poca, lui non è in grado di darne per nulla. Uno squilibrio che mi ha fatta storcere il naso, perché arrivati ad una proposta di matrimonio ci si aspetterebbe un minimo di comunicazione e comprensione in una coppia. Per quanto giovani, mi ha mostrato di nuovo quella fretta di sposarsi e vivere insieme che non mi era piaciuta all’inizio.
Stessa cosa per Mose e Jordan. Anche loro vanno avanti, si avvicinano, forse più di Russ e Reg (il che è esilarante), ma poi vanno di fretta. Troppo. Per quanto io sia contenta di avere sempre un lieto fine per le coppie, non credo che questo corrisponda sempre al finale idilliaco dei romanzi rosa.
Alcune coppie hanno bisogno di altro per legare e di molto più tempo per creare qualcosa di così grande e che richiede molte aspettative. Credo fosse il caso di entrambi, ma specialmente di Mose e Jordan, perché quest’ultimo ha un passato che non dovrebbe essere sottovalutato e che ha uno spessore non indifferente se si pensa alla possibilità di fare grandi passi.
Anche se non ho apprezzato particolarmente le tempiste con cui tutto avviene e, a volte, i modi, le vicende sono come sempre ben descritte e la lettura non risulta gravosa.
Se avete letto gli altri volumi della serie, vi invito a leggere anche questo e completarla.

3.5
Pubblicato in: recensioni, triskell edizioni

Recensione “Buca in uno” – Cristina Bruni

Titolo: Buca in uno
Autore: Cristina Bruni
Serie: 18 buche #2
Genere: Contemporaneo, Sportivo
Casa Editrice: Triskell Edizioni
Prezzo: 4,99€
Link all’acquisto: Buca in uno

SINOSSI

Dopo Whispering Cliffs, Jordan e Moses hanno intrapreso strade diverse, ma nessuno dei due ha mai veramente dimenticato l’altro.
Al torneo di Dubai, il destino li fa incrociare nuovamente e i due si ritrovano così a riprendere ciò che avevano interrotto.
Ma entrambi hanno i propri demoni da combattere.
Jordan si trascina una serie di problemi fisici e psicologici ereditati dalla madre cocainomane e alcolizzata.
Moses invece è bisessuale e la cosa lo destabilizza da sempre. Si sente infatti indefinito, una massa confusa di istinti sessuali che già in passato lo ha spinto a rifugiarsi nell’alcol.
Riusciranno, assieme, a trovare una propria definizione?

Evelyne2

Aspettavo la storia di Mose e Jordan dal primo volume della serie. Entrambi mi sono piaciuti sin da subito e sapevo che mi avrebbero incuriosita fino a quando non avrei letto un libro tutto loro. Hanno un passato difficile alle spalle, specialmente Jordan, e non poteva mostrare il suo vero valore con solo qualche momento nella storia di Reg e Russ.
Mi è piaciuto rivedere i due e leggere di cosa sia accaduto durante i precedenti tornei. I flashback utilizzati mi hanno fatto apprezzare ancora di più il tutto, perché non credo l’autrice potesse trovare un modo migliore per presentarceli senza rendere le intere vicende una ripetizione.
Non ho preferito particolarmente uno dei due protagonisti, ma entrambi mi sono piaciuti abbastanza da non sentire il distacco che invece ho provato con Reginald. La storia di Jordan è commovente e molto triste, ma la sua personalità forte, anche se all’apparenza non sembrerebbe, dà speranza.
Mose non è così inaspettato, perché avevo avuto modo di conoscerlo meglio durante la lettura. La sua reticenza ad accettare il suo orientamento, però, mi ha fatta storcere il naso. Non tanto per la scelta in sé, ma per il modo in cui è stata accentuata. Sicuramente comprendere di essere bisessuali non è semplice, ma per una persona che già da tempo andava a letto con gli uomini e sapeva di cercarli tanto quanto le donne, la cosa sembra poco credibile. Nonostante ciò, è la prima volta che vedo questo tema trattato in un libro e nel complesso mi è piaciuto vedere come anche chi sembra così sicuro di sé possa essere in difficoltà per qualcosa che viene sempre data per scontata.
Il finale è veloce, quanto quello di Russ e Reg, ma confido che nel prossimo volume l’autrice dia ai due uno spessore maggiore e che la loro storia raggiunga un punto preciso e significativo.

4
Pubblicato in: recensioni, triskell edizioni

Recensione “Whispering Cliffs: 18 buche sino all’amore” – Cristina Bruni

Titolo: Whispering Cliffs: 18 buche sino all’amore
Autore: Cristina Bruni
Serie: 18 buche #2
Genere: Contemporaneo, Sportivo, Gap Generazionale
Casa Editrice: Triskell Edizioni
Prezzo: 2,99€
Link all’acquisto: Whispering Cliffs: 18 buche sino all’amore

SINOSSI

Sono trascorsi tre mesi da quando Reginald e Russell si sono dichiarati reciprocamente il loro amore, ma le cose sono ben lontane dall’essere tutte rose e fiori.
I mostri sono tornati a urlare.
Reginald deve fare i conti con il fantasma del primo amore di Russell, lo scomparso Daniel, onnipresente tra loro; Russell è chiamato a scegliere se continuare a vivere nell’ombra o dichiararsi pubblicamente, rischiando di perdere l’affetto di Duncan MacDonald, omofobo fino al midollo, suo padrino e capitano di Ryder Cup, l’uomo che gli è stato accanto dopo la morte di suo padre Ronald.

Evelyne2

In questo secondo volume della serie conosciamo maggiormente i personaggi secondari e Russell, che diventa parte integrante della vita di Reginald e ci racconta la storia di Daniel, il suo primo amore.
Molto bella la loro storia, realistica e per nulla esagerata come accade in questi casi. Sappiamo abbastanza da essere incuriositi e soffrire per loro, ma non tanto da rischiare di metterla a confronto con Russ e Reg.
Alcune lacune viste in “Sette giorni”, qui vengono migliorate e alcune addirittura eliminate. Ancora non sono riuscita ad apprezzare la personalità di Reginald e il suo continuo bisogno di attenzione, dolcezza e presenza da parte di Russell. Per quanto sia del tutto comprensibile il suo dolore, pretendere che dopo soli tre mesi l’ex numero uno faccia coming out al mondo, mi è sembrato un po’ affrettato e anche fuori luogo. Si è arrivati ad un punto in cui la loro storia d’amore va avanti troppo velocemente, perché è questo che il suo personaggio richiede. Nonostante questo, però, l’autrice è riuscita a mantenere un realismo che non lo ha reso fastidio e che ha mostrato Russell come protagonista e non più come semplice personaggio sullo sfondo. Se il primo volume era incentrato su Reginald, questo mette sicuramente più attenzione sulla figura di Russ e sulla sua famiglia. Un equilibrio di cui avevamo bisogno.
Non mi è piaciuto leggere un prologo che mi anticipasse già il finale e l’intero svolgimento del libro, ma non è la prima volta che mi accade di leggerlo, per cui credo sia uno stratagemma adottato dall’autrice per far incuriosire il letto. Incuriosisce, sì, ma toglie quella suspense che invece avrebbe dato qualcosa in più.
La storia continua ad avere una dolcezza alla base che la rende leggera e non troppo complessa, ma che mi ha aiutata ad apprezzare di più le vicende narrate.
Le descrizioni di tutto ciò che riguarda il golf sono anche stavolta uno dei punti forti. Forse meno presenti rispetto al primo, ma sicuramente ben inserite e presentate. Un aspetto che non può essere sottovalutato in una storia di questo tipo.
Aspetto di scoprire cosa succederà tra Mose e Jordan, che mi hanno incuriosita molto durante questo torneo. Chissà cosa accadrà a Dubai!
Se avete iniziato questa serie non potete certo fermarvi al primo volume, perché è qui che la loro storia inizia davvero.

4
Pubblicato in: recensioni, triskell edizioni

Recensione “Sette giorni” – Cristina Bruni

Titolo: Sette giorni
Autore: Cristina Bruni
Serie: 18 Buche #1
Genere: Contemporaneo, Sportivo, Gap Generazionale
Casa Editrice: Triskell Edizioni
Prezzo: 4,99€
Link all’acquisto: Sette giorni

SINOSSI

Durante un torneo di golf in Virginia, il giovane Reginald Weston conosce Russell Lee, campione inglese ed ex numero uno del mondo. Tra i due nasce una bella amicizia e l’uomo prende il ragazzo sotto la propria ala, insegnandogli i trucchi del mestiere.
Reginald ben presto si innamora di Russell, ufficialmente eterosessuale, pensando che sia ovviamente un sentimento a senso unico. Ma in realtà l’inglese è gay ed ha trascorso gran parte della sua vita soffocando il suo vero io, per non deludere la severa madre.

Evelyne2

Sette giorni” è la prima storia che leggo che ha come protagonisti due giocatori di golf. Non avevo mai trovato il coraggio di iniziarla per paura che fossi troppo influenzata dal mio amore per altri sport e che non riuscissi ad apprezzare il golf quanto meritasse. Invece, ammetto che le descrizioni dell’autrice mi hanno incuriosita molto più di quanto avrei mai immaginato. Anche se non è uno di quelli che preferisco, mi è piaciuto molto leggerlo, tanto da diventare uno dei punti forti di questa serie.
Lo sport ha molto peso su ciò che accade, essendo anche la ragione per cui Reginald e Russell si incontrano. Ogni minima informazione è calcolata e inserita nel momento giusto. Si nota molto quanto l’autrice si sia impegnata nel renderlo il più realistico possibile: le descrizioni dettagliate, i termini tecnici sempre precisi. Sotto questo aspetto, è stato fatto un lavoro egregio.
Reginald è la voce narrante, per cui è molto presente, a differenza di Russell che in questo primo volume risulta uno dei personaggi secondari. È presente, nel cuore e nella mente di Reg, ma non in ciò che accade, non abbastanza da metterlo al pari di Reginald. Non che questo sia necessariamente un male, ma la differenza tra loro si nota, e non solo perché la storia non è raccontata dal punto di vista di Russ.
Non ho amato particolarmente i protagonisti, la cui caratterizzazione non mi ha convinta appieno. Nonostante ci sia qualche anno di differenza tra loro, all’inizio non sembrava essere un punto così importante da influenzare la loro relazione. Andando avanti, però, ho capito che non sarebbe stata la differenza di anni in sé ad influire, ma il loro carattere. Se in questo primo volume Russell è reticente, ma comunque rispecchia un comportamento sicuramente adatto al suo passato e alla sua età, Reginald mostra sin da subito un comportamento infantile, molto più di quanto ci si aspetterebbe da un ragazzo di ventidue anni. Sensibile e dolce, sì, ma pur sempre infantile.
Nel complesso ritengo che l’autrice abbia fatto un buon lavoro nel presentare l’inizio di questa storia. Mi è piaciuta la leggerezza tipica delle storie di Cristina Bruni, anche se contengono temi importanti e per nulla superficiali, che, non la rendono una lettura banale.

3.5

Pubblicato in: recensioni, recensioni in anteprima, triskell edizioni

Recensione in anteprima “Marmaid: una favola gay” – Cristina Bruni

Titolo: Marmaid: una favola gay
Autore: Cristina Bruni
Genere: Fantasy, Retelling
Casa Editrice: Self Publisher
Prezzo: 2,99€
Link all’acquisto: Marmaid: una favola gay

SINOSSI

Un principe misterioso con un passato da redimere.
Un uomo in cerca di un paio di gambe nuove.
Uno stregone malvagio che vuole distruggere le loro vite.
La celebre fiaba di Andersen, come non l’avete mai letta.
Arden Kleinmeermin è un uomo distrutto. In un incidente stradale, ha perso suo padre ed entrambe le gambe. Incattivito con tutto e tutti, le uniche due cose che sembrano donargli un po’ di spensieratezza sono la sua azienda vinicola, la Mermaid Winery, e la casetta sull’albero costruita anni prima assieme a suo padre, nei pressi della costa atlantica.
Una sera, durante una tempesta, Arden salva la vita a un marinaio che fa naufragio col suo peschereccio sulla spiaggia nei pressi della casa sull’albero. Il marinaio è in realtà Ali Cristiano al Mishari, principe del piccolo regno di Montcada, che si trova in America a lavorare sui pescherecci del prozio Morris Van Dyke su volere di suo padre, re Camilo, come “punizione” dopo essere stato arrestato dalla polizia francese durante una retata antidroga.
Ben presto Arden si innamora del bel principe, ma come può pensare di essere ricambiato se non si sente più una persona “normale e intera”?
Un patto magico con un temibile stregone riesce a far riavere ad Arden le gambe perdute, ma attenzione: i desideri sono a volte un’arma a doppio taglio!
Riusciranno il Principe e il Sirenetto a coronare il loro sogno d’amore o finiranno per andare incontro… alla morte?

Evelyne2

Mermaid: una favola gay“, ultima uscita di Cristina Bruni, è, come potete dedurre dal titolo, la rivisitazione della fiaba della Sirenetta di Andersen.
Ho iniziato questa lettura con spensieratezza. Conoscevo già la storia originale ed ero curiosa di come l’autrice avesse reinterpretato il rapporto tra il “Sirenetto” e il principe.
Arden ama il proprio lavoro e spera di trovare un giorno l’amore, ma il disgusto che prova verso se stesso non gli permetterà mai di accettarsi per ciò che è davvero. Il suo personaggio mi ha affascinato in un primo momento, perché aggiungeva numerosi particolari che la storia originale di certo non aveva.

“Voglio l’amore vero, quello di cui si legge solo nelle favole. Voglio il mio “Per sempre felici e contenti”, la mia principessa Disney… Deve solo essere un altro uomo.”

Ali è invece un principe stereotipato, in qualche modo. Dolce e gentile, ma guidato dalle gioie della vita. Anche lui vorrebbe trovare qualcuno che lo ami davvero, ma rispetto ad Arden risulta scialbo sotto alcuni aspetti.
Mi piaceva l’idea di leggere una storia che richiamasse la celebre fiaba, ma non pensavo certo avrei trovato così tanti riferimenti. Il continuo rimandare al “Sirenetto”, la debole caratterizzazione dei personaggi che devono seguire la storia e non interiorizzano davvero i cambiamenti… Rimane ad un livello superficiale, che non mi aspettavo da un’autrice che ho sempre letto proprio per le descrizioni e l’attenzione nel presentare le emozioni dei protagonisti. Ci sono stati più punti che mi hanno fatto pensare di trovarmi davanti una storia il cui potenziale è stato sfruttato solo in minima parte. Era un’occasione per mostrare la storia da un punto di vista introspettivo, con due personaggi che potevano dare qualcosa in più alla storia. Certamente dovevano esserci riferimenti, ma ho visto l’inizio di un racconto più complesso, che poi si è dimostrato davvero veloce nel finale e poco approfondito.
I protagonisti avevano l’occasione di dare qualcosa alla storia, perché le potenzialità c’era tutte e anche la presentazione mi aveva dato l’idea di trovarmi davanti a delle personalità intriganti. Mi è dispiaciuto non vedere realizzato questo mio desiderio, o almeno solo in una piccola parte.
La narrazione scorre facilmente, risulta molto fluida, ma non è incisiva, non abbastanza. Per quanto si volesse riprendere il più possibile la storia, si sta parlando di una situazione ovviamente molto diversa.
Si sono aggiunte sfumature fantastiche, proprio come nella storia di Andersen, che con una contestualizzazione di questo tipo risultano aggiunte solo per seguire gli eventi e non incastrate alla perfezione come dovevano.
Insomma, ci sono diversi punti che non mi hanno convinta, ma rimane comunque una storia piacevole da leggere se si vuole evadere per qualche ora e non si è troppo pretenziosi.

3.5

La copia ARC è stata fornita dalla Casa Editrice

Pubblicato in: recensioni, self publishing

Recensione “Innamorarsi a Beacon Hill” – Cristina Bruni

Titolo: Innamorarsi a Beacon Hill
Autore: Cristina Bruni
Genere: Contemporaneo
Casa Editrice: Self Publishing
Prezzo: 2,69€
Link all’acquisto: Innamorarsi a Beacon Hill

SINOSSI

All’ultimo anno di studi, Tobey Walden sente di aver smarrito la bussola della sua esistenza. Tutti i suoi amici hanno ben delineata la strada da intraprendere, mentre lui è un pesce fuor d’acqua in tutto.
Fino a quando Shane, un misterioso ragazzo irlandese proveniente da Beacon Hill, il quartiere “per bene” di Boston, non irrompe nella sua vita, spingendolo a porsi le domande che non aveva mai avuto il coraggio di farsi.

Evelyne2

Innamorarsi a Beacon Hill” è l’ultima opera di Cristina Bruni, un piccolo racconto young adult.
Scrivere questa recensione mi ha creato non poche difficoltà, lo ammetto. Mi è sempre piaciuto lo stile di quest’autrice; lo trovo perfetto per storie come “Un milione di maledetti motivi“, ma non per racconti brevi come questo. Tante informazioni, specialmente se non indispensabili, possono portare il lettore ad immaginarsi più facilmente gli eventi narrati, ma a volte allontanano un po’ troppo l’attenzione. Mi sarei aspettata la narrazione di eventi più incisivi e meno superficiali, considerando che l’autrice avrebbe dovuto presentarci due protagonisti in breve tempo.
Ho un rapporto conflittuale con le storie brevi, perché è davvero difficile ottenere una buona caratterizzazione e al tempo stesso dare quel più che serve per renderla una storia completa. È un lavoro non indifferente per chi crea spesso storie con molti dettagli. Questo è uno di quei casi.
Nel complesso è una storia carina, dolce, con i suoi pregi. Tobey è un ragazzo solare, amato da tutti, è il rappresentante dell’istituto e un tutto fare, l’esatto opposto di Shane, introverso e proveniente da una famiglia ricca, sempre un po’ in disparte e molto pignolo.
Insomma, una coppia che ha tante potenzialità, e che se non fosse per le descrizioni eccessive mi sarebbe apparsa lineare. Sicuramente c’è molto altro da poter scoprire su questi due ragazzi, soprattutto per quanto riguarda la loro relazione non ancora iniziata.
Mi sarebbe tanto piaciuto sapere qualcosa su di loro, come coppia, e non così tanto sulla recita scolastica o sui tanti impegni di Tobey. Capisco però che l’autrice ha voluto creare una storia che non mettesse al centro entrambi, ha posto sempre Shane al margine e ha mostrato invece la vita di chi si destreggia costantemente tra mille impegni per tenere occupato il proprio tempo. È un racconto quotidiano, più di molti altri. L’ho percepito come l’inizio di un qualcosa, che però non ho ancora identificato.
Se dovessi consigliarvi un’opera di questa autrice, molto probabilmente non vi consiglierei questa, perché credo non mostri le sue vere capacità né le potenzialità delle sue storie. Per chi già la conosce, però, è sicuramente una di quelle letture che può far trascorrere un’oretta in compagnia.

3
Pubblicato in: nua edizioni, recensioni, recensioni in anteprima

Recensione in anteprima “Deadwood” – Christina Zaers

Titolo: Deadwood
Autore: Christina Zaers
Genere: Thriller
Casa Editrice: Nua Edizioni
Prezzo: 4,99€
Link all’acquisto: Deadwood

SINOSSI

Il newyorkese Rory Mitchell arriva a Deadwood per seppellire il padre che conosceva a malapena. I suoi piani sono quelli di ripartire il prima possibile, ma una serie di delitti inquietanti per mano di un assassino che la stampa battezza “Il Giudice” lo spinge a iniziare a investigare assieme allo sceriffo Paul Marciani.
Man mano che i due uomini indagano e i morti aumentano, si rafforza sempre più l’ipotesi di un serial killer votato allo gnosticismo che si è eretto a giudice e boia. Il Giudice uccide le sue vittime solo al passaggio di grandi comete, evento che aveva ispirato un suicidio di massa diciassette anni prima in California.

Tfpeel2

Con questo thriller avviamo la collaborazione con una casa editrice giovane, la Nua, che è nata da una costola della già famosa Triskell Edizioni, fortemente voluta dalla sua fondatrice Barbara Cinelli. Una CE che avrà pubblicazioni principalmente nordamericane e nordeuropee di narrativa e non-fiction.
Conosciamo meglio i protagonisti di questa storia scritta con maestria da Christina Zaers che altri non è se non Cristina Bruni, una vecchia conoscenza nel mondo lgbt per le sue tante storie sport romance mm.
Rory è un ragazzo che torna a Deadwood per seppellire il padre, un uomo che per lui è poco più di un nome sulla carta visto che ha scelto di abbandonarlo insieme alla madre quando era piccolissimo. L’arrivo nella cittadina prevede una toccata e fuga, giusto qualche giorno o poco più per espletare le funzioni di rito e poi tornare alla sua New York dove ha una piccola società di informatica insieme ad un amico.
L’arrivo non è dei migliori, il viaggio è stato lungo e stancante, all’aeroporto non trova il suo passaggio, scopre che una abbondante nevicata ha rallentato lo sceriffo del paese per venirlo a prendere. C’è una sorta di astio nei confronti di Paul, di poco più grande di lui, agli occhi di Rory è colui che ha preso il suo posto nell’affetto del padre, l’ex sceriffo del paese.
Poco dopo il funerale, in città avviene un omicidio al quale Rory inizia ad indagare proprio con Paul e questo determina la scelta del giovane di ritardare la partenza. Mentre i morti aumentano diventa chiaro che si tratta di un serial killer, Rory affronta anche un viaggio alla scoperta di se stesso che lo porterà a mettere in dubbio ogni sua certezza oltre a finire nelle mire di qualcuno che cerca di fargli terra bruciata intorno.

Poi si voltò e gli rivolse uno sguardo carico di ferocia. Non c’era più motivo di trattenersi, visto che erano andati sull’argomento. «Mi parlava così tanto di te che ho sempre pensato fossi tu il figlio che avrebbe voluto avere. Non è forse così? Che preferiva te?»
Marciani fece un passo avanti. «Tuo padre ti voleva bene. Forse non è mai riuscito a dimostrartelo come si deve, ma…»

La Zaers ci racconta una storia con due protagonisti principali che si dividono lo spazio con un terzo elemento: un’ambientazione suggestiva, quei luoghi un po’ mistici che sono le terre famose dove è ambientato Balla con i lupi, terre lontane dove la popolazione nativa indiana cerca di integrarsi almeno in parte con i cittadini e dove i trovano ancora i vecchi indiani che vivono ai margini della città, un luogo mistico e per certi versi magico. Un luogo con una mentalità ristretta che almeno agli inizi non riserva un caloroso benvenuto a Rory, la sua nota condizione di omosessuale lo condanna almeno agli occhi dei più conservatori e ignoranti tra cui lo stesso sindaco.
Rory mi è piaciuto molto, ha sentito molto la mancanza di una figura paterna stabile, la madre non ha certo aiutato frequentando solo uomini sempre più ricchi per compensare mancanze affettive senza preoccuparsi della felicità del figlio. Un giovane che ha bisogno di ritrovare se stesso e che cerca di trovare un posto a cui appartenere. Rory ha lasciato a New York anche un ex ragazzo piuttosto insistente che non capisce la parola fine e forse la tranquillità di quel paesino potrebbe aiutarlo a ritrovare una tranquillità che non sapeva neanche di volere. Ho empatizzato molto con lui, ho compreso anche il fastidio iniziale che ha per Paul, lo ritiene colui che ha preso il suo posto nel cuore del padre e non vuole ammettere a se stesso che la compagnia di Paul inizia ad essere importante anche per lui. Ho apprezzato il percorso che l’autrice fa fare a Rory per fargli compiere determinate scelte, sempre senza perdere di vista l’elemento narrativo che in questo caso è un thriller ben congegnato.
Paul è un personaggio amabile, sin da subito risulta uomo buono e leale, molto affezionato alla figura del padre di Rory, lo sceriffo del paese sarà anche stato un padre assente ma nella cittadina, nei suoi sottoposti e negli stessi abitanti ha lasciato un vuoto enorme e un bel ricordo. Conoscendolo meglio si capiscono tante cose, ci sono indizi messi un po’ sparsi per la trama che fanno capire meglio il suo personaggio, ma non voglio anticipare nulla, dovete leggere questa storia e amarlo come l’ho amato io.  

Gli sembrò di galleggiare.
Tutto attorno a lui era confuso. Ciononostante, si respirava un’aria di serenità. Paul non capiva dove stesse andando, né da dove era partito, ma si sentiva in pace con se stesso. Non aveva paura, non aveva timori.
Poi i contorni iniziarono pian piano a farsi più nitidi e definiti, fin quando, da quel bianco nulla, apparve Chris Mitchell.
Il suo mentore gli sorrise. «Hai fatto un buon lavoro, ragazzo. Grazie,» disse.
Poi, com’era arrivato, l’uomo scomparve di nuovo.

In conclusione la storia è molto ben congegnata, i personaggi sono davvero ben sviluppati, l’ambientazione è davvero curata a traspare tutto l’amore dell’autrice per quei luoghi visitati nella sua infanzia. Uno scenario ricco, suggestivo e con quel pizzico di misticismo dovuto vista l’ambientazione. Un bel numero di personaggi secondari ben inseriti, dalla dolce Joanne, il vice sceriffo Mike, un nativo Lakota ben integrato nella città, il nonno Vincent, anziano saggio e Begay vecchio amico del padre di Rory e anche lui abitante del villaggio di Pine Ridge, dove abitano gli irriducibili indiani legati alle tradizioni. Ho amato ogni riga di questa storia, rapita dalla bravura della Zaers in un perfetto equilibrio tra azione e suspence, accettazione, perdita e rinascita, meraviglioso. Anzi a questo proposito, se ne scrivesse un altro sarei davvero felice, se leggerete la storia sarete d’accordo con me, c’è ancora tanto potenziale.

5

La copia ARC è stata fornita dalla Casa Editrice